Storia
Ultima modifica 20 luglio 2018
Rileggendo brevemente la storia millenaria del paese, Rosà conserva chiari i tratti di una centuriazione romana.
Ci sono quattro cippi confinari e c’è tutta l’attuale rete viaria a testimoniarlo.
A San Pietro di Rosà sotto il campo sportivo sono stati rinvenuti dei resti che rimandano a una villa rustica romana dei primi secoli d.C.; inoltre nella zona industriale della Brega gli scavi recenti hanno messo alla luce un villaggio tardo romano.
Tra il 1300 e il 1600 è il periodo della grande trasformazione del territorio rosatese.
E’ attorno al 1365 che si deve la nascita di Rosà quando venne scavato il “flumen rosatae”, cioè la rosta Rosada in veneziano (da cui il nome), che portò alla richiesta e lavorazione del terreno agricolo.
Rosà ebbe una specie di Consiglio Comunale nel 1539, verso la fine del 1400 e nei secoli successivi il territorio bonificato di Rosà attirò l’attenzione dei nobili veneziani che costruirono alcune Ville Venete con grandi parchi.
Anche questo intervento modificò il territorio e la comunità rosatese.
Furono costruite accanto delle piccole cappelle private che nella prima metà del ‘900 daranno origine alle nuove parrocchie di Rosà, ossia le attuali frazioni: Tra vettore, Cucinati, Sant’Anna e San Pietro.
Il Comune di Rosà vide la luce nel 1807, ma avrà una sua sede fisica solo dopo l’unificazione dell’Italia, cioè dal 1871.
Fino al ventesimo secolo la comunità rimase prevalentemente agricola, organizzata in mezzadria fino alla fine della seconda guerra mondiale.
Dal 1946 Rosà ritorna un libero comune, retto da un Sindaco, da una Giunta e da un Consiglio Comunale democraticamente eletti, come è adesso.